le caricature

Si fa presto a parlarne, ma come si fa a incasellare la caricatura in una sola definizione? Si va da segni minimalisti a ricche tavole dipinte, da composizioni geometriche a complicate tecniche miste.

Alemanzo Sandroni, ritratto
Alemanzo Sandroni. L’unico vero ritratto. Diffidare delle imitazioni.

capire che si tratta di una caricatura è facile…

Ci sono almeno tre elementi essenziali per identificare un disegno come “caricatura”:

somiglianza – eh già! Se non riusciamo a riconoscere chi è rappresentato non possiamo nemmeno dire che si tratta di una caricatura!

esagerazione – le principali caratteristiche del soggetto, quelle che lo rendono unico e distinguibile da tutti gli altri, devono essere portate all’eccesso altrimenti è un normale ritratto. L’esagerazione può essere di diversi livelli, minimo o eccessivo, ma senza esagerazione non è una caricatura.

“valore aggiunto” – il caricaturista deve aggiungere qualcosa che va oltre la semplice somiglianza del soggetto, qualcosa che può avere a che fare con l’espressione del viso o del corpo, qualcosa che chiama in causa il mondo e l’ambiente in cui si muove la persona ritratta. Insomma, non basta un grande naso per fare una grande caricatura!

come si fa a disegnare una caricatura?

Per disegnare una caricatura c’è bisogno di:

  1. un foglio di carta
  2. un paio di matite (una normale HB e una morbida 2B andranno bene)
  3. una buona gomma.

Tutto il processo di disegno può essere diviso in tre fasi fondamentali:

Prima fase: osservazione.

Guarda attentamente il soggetto e prendi nota di caratteristiche particolari, soprattutto per quanto riguarda la dimensione e la forma della testa, la forma e l’attaccatura dei capelli, il collo, le orecchie, gli occhi, le sopracciglia, il naso, la bocca e i denti.

Vedi qualcosa di particolare e di unico? (Non importa se stai osservando una persona dal vero o se invece guardi una fotografia, il processo di osservazione è lo stesso)

Seconda fase: lo schizzo iniziale.

Con la matita HB fai un primo schizzo realistico del soggetto senza preoccuparti di indicare le ombre.

Concentrati invece sulla somiglianza cercando di renderlo più somigliante possibile, in fondo un ritratto deve essere soprattutto riconoscibile, no?

Disegna con tratti leggeri in modo che sia facile cancellare.

Terza fase: distorsione e completamento.

Guarda il disegno che hai fatto per capire come distorcere alcune delle caratteristiche particolari che l’osservazione iniziale aveva evidenziato.

Per esempio, se gli occhi del soggetto sono naturalmente piccoli e ravvicinati, prova a disegnarli molto piccoli e molto ravvicinati.

Se il naso è piuttosto grande, disegnalo enorme, eccetera, mantenendo però una somiglianza con il soggetto che deve sempre essere riconoscibile.

Se le esagerazioni sono troppe rischi di perdere l’aderenza con l’originale, meglio concentrarsi su pochi elementi principali.

Quando hai terminato cancella tutte le righe non necessarie e scurisci le restanti con la matita più tenera, aggiungendo a questo punto anche le ombre.

Questa operazione può essere fatta sullo stesso foglio oppure puoi servirti di carta semitrasparente da schizzo, molto sottile e resistente, che ti permette di sovrapporre un foglio all’altro riprendendo il disegno molte volte.

Invece che lavorare direttamente sul disegno iniziale, rischiando di rovinarlo, basta sovrapporre un foglio di carta da schizzo al disegno finito e, avendo la traccia sottostante, diventa più facile disegnare quei dettagli da esagerare.

Qualcosa di simile si fa anche usando programmi come Photoshop o Illustrator, sovrapponendo un livello all’altro per facilitare il processo di disegno.

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